Babywearing: cos’è e perché è importante

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Il babywearing, letteralmente “indossare il bambino”, è una pratica antica che consiste nel portare il neonato o il bambino a contatto diretto con il corpo del genitore attraverso l’uso di supporti come fasce elastiche o rigide, marsupi o altri strumenti ergonomici. Sebbene sia una tradizione radicata da secoli in molte culture asiatiche, africane e sudamericane, il babywearing si è diffuso in Occidente solo negli ultimi decenni, grazie al lavoro di esperti come il pediatra statunitense Dr. Sears, che negli anni ’80 ha contribuito a promuoverne i benefici.

Le origini del babywearing

In molte società tradizionali, il babywearing rappresenta una modalità naturale e intuitiva per prendersi cura dei piccoli. Non solo facilita le attività quotidiane delle madri, ma rafforza anche il legame tra genitore e figlio, offrendo al bambino un senso di sicurezza e protezione. Il Dr. Sears ha introdotto il concetto di “gestazione estesa”, sostenendo che la relazione madre-bambino non termina con la nascita ma prosegue per altri nove mesi di contatto continuo. Attraverso il babywearing, l’ambiente sicuro e accogliente dell’utero viene in qualche modo ricreato, favorendo lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino.

Babywearing e teoria dell’attaccamento

La pratica del babywearing trova solide basi nella teoria dell’attaccamento sviluppata dallo psicologo britannico John Bowlby. Secondo Bowlby, una relazione sicura tra madre e figlio si costruisce quando il bambino percepisce la figura materna come una “base sicura” da cui poter esplorare il mondo, sapendo di poter sempre tornare a lei. Il babywearing facilita questa dinamica: tenendo il bambino vicino, il genitore soddisfa il bisogno primario di sicurezza, creando le condizioni ideali per lo sviluppo di un’indipendenza futura.

I benefici del babywearing

Il babywearing offre numerosi vantaggi sia per il bambino che per il genitore, suddivisibili in benefici emotivi, psicologici, fisici e pratici.

Benefici emotivi e psicologici

  • Rafforza l’attaccamento: il contatto pelle a pelle favorisce la creazione di un legame profondo tra genitore e bambino.
  • Riduce il pianto: studi dimostrano che i bambini portati con il babywearing piangono meno rispetto a quelli lasciati in culla.
  • Promuove l’empatia: il contatto continuo aiuta il bambino a sviluppare una maggiore capacità di riconoscere e rispondere alle emozioni.
  • Supporta le madri: può essere un aiuto prezioso per le mamme che non riescono ad allattare o che affrontano la depressione post-partum.

Benefici fisici

  • Migliora lo sviluppo neuro-motorio: il movimento costante stimola il sistema vestibolare del bambino, favorendo l’equilibrio e la coordinazione.
  • Contribuisce al corretto sviluppo delle anche: il posizionamento ergonomico riduce il rischio di displasia dell’anca.
  • Permette maggiore interazione con il mondo esterno: il bambino portato in fascia o marsupio può osservare e interagire con le persone e l’ambiente circostante.

Benefici pratici

  • Libertà di movimento: il babywearing consente al genitore di avere le mani libere per svolgere altre attività.
  • Facilità di spostamento: rispetto ai passeggini, è più pratico per viaggi o spostamenti in luoghi affollati.
  • Riduzione dello stress fisico: i supporti ergonomici distribuiscono il peso del bambino in modo uniforme, evitando dolori alla schiena o alle spalle.

Tipi di supporti per il babywearing

Esistono diversi tipi di supporti per il babywearing, che si suddividono in supporti non strutturati, strutturati e semi-strutturati. La scelta dipende dall’età del bambino, dalle esigenze del genitore e dalle preferenze personali.

Supporti non strutturati: le fasce

Le fasce sono tra i supporti più versatili e diffusi. Eccone alcune tipologie:

  • Fascia elastica: realizzata in maglina di cotone o bamboo, è ideale per i neonati e i prematuri. Consente di portare il bambino davanti al petto, avvolgendolo con tre strati di tessuto. Non è consigliata per bambini sopra i 7-8 kg.
  • Fascia rigida: più resistente e adatta a bambini di ogni età, permette di portare il bambino davanti, sul fianco o sulla schiena. Disponibile in diverse lunghezze e tessuti.
  • Fascia corta: una variante della fascia rigida, più pratica per legature semplici e veloci. È consigliata dai 3 mesi, quando il bambino riesce a reggere la testa da solo.
  • Fascia corta ad anelli (ring sling): dotata di due anelli a un’estremità, è ideale per portare il bambino sul fianco. Adatta dai 3 mesi in poi.
  • Fascia tubolare: personalizzata sulle misure del genitore, è indicata per portare il bambino sul fianco. Ha una durata limitata nel tempo.

Supporti strutturati: i marsupi

I marsupi ergonomici offrono un’alternativa più semplice e immediata rispetto alle fasce. Alcuni modelli sono utilizzabili fin dalla nascita senza riduttori e offrono diverse posizioni:

  • Posizione fronte genitore: consigliata nei primi mesi, per garantire supporto a testa e collo.
  • Posizione fronte mondo: adatta a partire dal quinto mese, quando il bambino ha sviluppato sufficiente forza muscolare per sostenere la testa.
  • Posizione sul fianco o sulla schiena: opzioni utili per bambini più grandi.

Supporti semi-strutturati

Questi supporti combinano le caratteristiche delle fasce e dei marsupi. Sono regolabili e spesso dotati di fibbie per una maggiore praticità.

Posizioni del babywearing

Il babywearing offre diverse posizioni per portare il bambino, ma è fondamentale rispettare i principi di ergonomia e sicurezza. Nei primi mesi, il bambino dovrebbe essere portato rivolto verso il genitore per garantire il supporto necessario a testa e collo. Con il tempo, quando il bambino diventa più curioso e sviluppa forza muscolare, si può optare per la posizione fronte mondo o altre varianti.

Il genitore deve sempre osservare i segnali del bambino e adattare la posizione in base alle sue esigenze e preferenze.

Il ruolo chiave della consulente di babywearing

Una consulente di babywearing può essere una figura preziosa per chi si avvicina a questa pratica. La consulente è una professionista formata e certificata presso scuole specializzate, in grado di offrire supporto e consigli personalizzati. Il suo compito è insegnare ai genitori le tecniche di legatura, garantendo che il bambino venga portato in modo ergonomico e sicuro.

Una consulenza tipica comprende:

  1. Parte teorica: introduzione ai benefici del babywearing e alle basi della sicurezza.
  2. Dimostrazione pratica: utilizzo di bambole didattiche per apprendere le tecniche di legatura.
  3. Prova con il proprio bambino: sperimentazione delle legature sotto supervisione.
  4. Scelta del supporto: valutazione delle diverse opzioni in base alle esigenze della famiglia.

Una consulenza non si esaurisce nell’incontro: la consulente rimane un punto di riferimento per risolvere dubbi o difficoltà future.

Babywearing e comunità

Il babywearing non è solo una pratica, ma anche un comportamento sociale. Condividere esperienze e confrontarsi con altri genitori che praticano il babywearing può essere di grande aiuto. Gruppi di supporto e comunità online offrono uno spazio per scambiare consigli, risolvere problemi e sentirsi parte di una rete solidale.1

Il babywearing è molto più di un semplice metodo per portare il bambino: è una filosofia di cura che valorizza il contatto e la relazione genitore-figlio. I benefici, sia per il bambino che per il genitore, sono molteplici e vanno dal rafforzamento del legame affettivo al miglioramento dello sviluppo psicofisico. Con il supporto di consulenti esperti e una comunità di riferimento, ogni genitore può trovare la soluzione più adatta per abbracciare questa pratica antica ma sempre attuale.

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